mercoledì 27 agosto 2014

Le teorie sulla radicalizzazione




 La crescita del terrorismo jihadista autoctono in Europa ha
dato origine a innumerevoli teorie che hanno cercato di spiegare il
fenomeno, anche se non tutte basate su dati dimostrati empiricamente.

Alcune si concentrano su fattori strutturali, come tensioni politiche e
conflitti culturali.

Altre evidenziano fattori personali, quali lo shock di
un’esperienza traumatica o l’influenza di un mentore.

Infine varie teorie sono state formulate specificamente per spiegare la radicalizzazione di
musulmani europei ed enfatizzano elementi quali la ricerca di un’identità,
la discriminazione o la situazione di relativo disagio economico.

La maggior parte degli esperti, tuttavia, tende a convenire che la
radicalizzazione sia un fenomeno altamente complesso e soggettivo,
spesso dettato da un’interazione di vari fattori strutturali e personali
di difficile comprensione.

I soggetti che hanno adottato l’ideologia jihadista includono una gamma di profili
che varia dal discendente di una delle più ricche famiglie dell’Arabia Saudita,
Osama Bin Laden, ad analfabeti cresciuti nel più totale disagio economico.

Anche in Europa i profili dei jihadisti includono criminali che vivono ai margini della
società e laureati che lavorano in alcune delle più prestigiose istituzioni
del continente, oppure ancora teenager e cinquantenni, convertiti, senza
alcuna conoscenza dell’islam, e musulmani con diplomi in teologia
islamica, donne e uomini.

Pare evidente che non esista una sola via verso
il radicalismo ma che ogni caso vada analizzato individualmente.

In molti casi, per identificare le dinamiche di radicalizzazione, la psicologia
offre più spunti d’analisi della sociologia.

Condensando quella che pare essere l’opinione di numerosi esperti in
materia, nel 2008 il “Gruppo di esperti sulla radicalizzazione violenta”
della Commissione europea dichiarò che la radicalizzazione avviene
«all’intersezione fra una traiettoria personale e un ambiente favorevole».

Il profilo personale e la storia di un soggetto sono cruciali per capire
il perché di una specifica reazione a stimoli, influenze e forze esterne
durante il percorso di radicalizzazione.

Capire i vari processi psicologici è estremamente difficile, ma di fondamentale importanza.

Al tempo stesso, come dice il Gruppo di esperti, l’ambiente in cui il soggetto vive
è ugualmente importante per capire il suo processo di radicalizzazione.

È perciò necessario individuare i luoghi (siano essi nel mondo reale o in
quello virtuale) in cui i soggetti vengono introdotti all’ideologia jihadista
e quelli con cui interagiscono durante l’intero processo.

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