Ritratto di un combattente straniero di Daish (Islamic State)
Cosa porta uno straniero a raggiungere un gruppo terrorista islamico?
È fuorviante pensare che chi perpetra atti di terrorismo o di
genocidio abbia innate caratteristiche psicologiche e che sia fuori
dalle norme.
Anzi, le motivazioni che spingono una persona a tali atti
non sono tanto diverse da quelle comunemente riscontrabili in ciascuno
di noi: desiderio di comunità, rispetto e sicurezza, timore di esser
messo da parte.
Come si diventa allora autore di tali misfatti? E com’è emerso il
fenomeno di stranieri che vanno a ingrossare le file di Daish
(conosciuto in Occidente come ISIS)? Daish è nato dall’instabilità e dal
conflitto in Siria e in Iraq: perché alcuni occidentali hanno percorso
migliaia di chilometri per partecipare a un conflitto che apparentemente
non li riguarda?
Daish è composto da circa 35.000 combattenti, di cui un terzo sono
stranieri. Questi possono essere divisi in fanatici e in ingenui.
C’è
che si unisce a Daish infervorato da un vero sentimento di fanatismo
religioso e di militanza e chi ha una visione edulcorata di quale sia la
reale posta in gioco del conflitto in Siria, semplificazione che emerge
dalle varie defezioni, così come dalle domande superficiali che vengono
poste sui network, come la necessità o meno di spegnere i cellulari
durante uno scontro armato.
La maggior parte dei combattenti di Daish sono uomini sotto i 40 anni
di età, ma è anche il primo movimento ad attrarre molte donne (10-15%
delle reclute straniere).
I Paesi da cui provengono più combattenti
stranieri sono l’Arabia Saudita, il Marocco e la Russia (Cecenia), e da
parte occidentale la Francia, la Gran Bretagna, il Belgio e la
Germania.
Daish ha una strategia di reclutamento di combattenti stranieri molto
più sofisticata di altri gruppi militanti. La maggior parte delle
reclute stabiliscono un contatto con l’organizzazione via Internet,
tramite i social media, invece di usare il vecchio metodo di
proselitismo attraverso le moschee.
Le ragioni per entrare a far parte di Daish sono diverse:
tante reclute non sono molto religiose, ma hanno piuttosto rifiutato
l’Islam praticato dai loro genitori – che vedono come troppo
“influenzato dalla cultura occidentale” – a cui preferiscono una
militanza da autodidatta più violenta e radicale.
Molte reclute, invece,
entrano nel giro per motivi che non hanno niente a che vedere con la
religione: alcuni sono solo annoiati e cercano qualcosa di avventuroso
da fare, alcuni sono solo spinti dal narcisismo, in un tentativo di
riscattare eventuali ferite come la discriminazione. Per queste persone,
Daish è un modo per elevare il proprio status.
I gruppi terroristici come Daish sono formati da individui che
scelgono liberamente di essere arruolati e abbracciano l’ideologia
secondo la quale l’uso della violenza è un mezzo per raggiungere la
purezza all’interno della comunità.
Malgrado la maggior parte dei
combattenti stranieri di Daish siano persone apparentemente “normali”,
l’ideologia che praticano è genocida nelle sue implicazioni, è un
ideologia distruttiva che necessita di una risposta umana collettiva.
Source Arabpress
Nessun commento:
Posta un commento